Sapori del Sud: pasticceria catanese.

Potrei scrivere delle meraviglie della mia isola e forse non basterebbe un libro. Potrei parlare dei millenni di cultura, i romani, i greci, i normanni, gli arabi, i saraceni; e l’arte, il barocco, la letteratura. E poi potrei riempire pagine e pagine raccontandovi delle meraviglie della natura che la Sicilia offre, riserve naturali, spiagge da sogno e il nostro vulcano, più amichevolmente detto ‘a muntagna’ , il più alto d’ Europa, che tante emozioni ci regala. Ma stavolta vorrei parlarvi d’altro. Sfido chiunque a dire il contrario ma la cucina siciliana è speciale, particolare. Sapori forti e speziati, dai tratti orientali, con piatti che risultano un mix di gusti dalle più svariate provenienze. Non posso non ammettere di avere un debole per i dolci. Li amo profondamente e non posso farne a meno (ma non per questo mi vanto di essere un’esperta da stelle Michelin, intendiamoci). Ecco perché questo sarà l’argomento di cui vi parlerò, quelle particolari prelibatezze che fanno parte della mia tradizione e che rappresentano le peculiaritá dolciarie della mia terra. Non voglio cadere nel trito e ritrito e per questo non parlerò di cannoli, cassate e granite, perchè di questo ne abbiamo sentite dire di tutti i colori. Stavolta cercherò di essere un po’ più originale.
Per fortuna abbiamo l’imbarazzo della scelta, quindi iniziamo!

Durante il periodo della commemorazione dei morti, le tavole dei siciliani si riempiono di moltissime tipologie di biscotti. Si narra che, originariamente venissero preparati e che, la notte tra il 1 e il 2 novembre si ponessero sulla tavola affinché i defunti, andando a trovare i propri cari ancora in vita, potessero allietarsi con dei buoni dolci della tradizione. Questi biscotti, chiamati ossa dei morti, raffigurerebbero realmente le ossa dei defunti e vengono realizzati con un impasto di farina, zucchero, albume d’uovo, cannella e chiodi di garofano.

Fanno parte della stessa tradizione anche i cosiddetti “Totò”, diminutivo del nome Salvatore, ci ingolosiscono solo allo sguardo dato il loro aspetto zuccheroso dato dalla glassa che li ricopre.

I “bersaglieri”, hanno un impasto morbido e delicato. Sono composti da un impasto al cacao o al limone completamente immersi in una glassa aromatizzata. Ancora abbiamo le rame di Napoli, anche se di partenopeo non possiedono granché, tant’è vero che il capoluogo campano non sa neanche cosa siano queste prelibatezze. Nella loro versione artigianale stuzzicano i palati più golosi e pare che traggano il loro nome da un atto di vassallaggio dei catanesi alla città di Napoli, un modo per onorarla al tempo del Regno delle due Sicilie. Concludono il novero delle golosità del periodo che commemora i defunti i ‘n’zuddi’, biscotti secchi aromatizzati all’arancia di forma circolare completati da una mandorla tostata al centro. Una delizia per il palato. tutti queste bontà vengono prodotte solo ed esclusivamente in un determinato periodo dell’anno. Il consiglio che posso darvi è di approfittarne per assaggiarli tutti.

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Catania ama profondamente la sua Santa Patrona “Sant’Agata”. A lei sono stati dedicati alcuni dolci che ricordano simbolicamente la vita della santuzza e il suo martirio. Le Olivetti di Sant’Agata, anch’esse prodotte solo in occasione della ricorrenza agatina, i primi giorni di febbraio, sono realizzate con pasta di mandorla, ricoperti di zucchero e colorati di verde per ricordare l’oliva vera e propria. Queste olive si ricollegano ad un episodio in cui la Santa, ricercata dai soldati di quinziano, si china per allacciarsi i calzari e vede sorgere davanti a sé un albero di ulivo che la nasconde dai soldati e che la sfamerà nei giorni a seguire.

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Relative alla santa patrona della città ci sono anche le “minnuzze di Sant’Agata”, piccole cassate a forma di seno che ricordano la terribile amputazione dei che la santa subì durante il suo martirio. Un dolce che ci racconta la femminilità e che rappresenta un’esplosione di sapori e sensazioni già dal primo morso.

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Ed ecco sua maestà la pasta reale o frutta martora a che dir si voglia!
Chi la crea può essere considerato un artista a tutti gli effetti. Vengono riprodotti tutti i tipi di frutta, estiva, invernale, esotica, fino alla frutta secca. Qui ci troviamo di fronte ad un vero piacere per gli occhi, per la bellezza delle realizzazioni, la lucentezza, la precisione. Sembra di aver acquistato davvero un vassoio di frutta fresca! Un semplice impasto di pasta di mandorla e zucchero, modellato e colorato fino ad ottenere delle meravigliosi opere d’arte.

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Passiamo adesso ad un dolce tipico del carnevale, la pignolata. Si tratta di un impasto molto semplice, fatto con ingredienti base che vengono infine fritti e ricoperti di cioccolato fondente o glassa al limone. Delirio di gusto, mi ricorda la mia bisnonna che lo preparava con una maestria degna di una donna dalle mani d’oro…
E infine la festa del papà da noi si festeggia con “i crispeddi co meloni” che sarebbero crespelle realizzate con un impasto di riso, fritti e ricoperti di miele e zucchero a velo..che dire…ingredienti semplicissimi che la rendono una ricetta eccezionale adatta a tutti..che piace a tutti!