Notizie dal fronte: Europa, arriveranno i nostri.

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Finalmente, ci siamo. La campagna elettorale è entrata nella sua fase cruciale ed il clima si è surriscaldato, non solo tra gli attori politici. Gli opinionisti del voto si scaldano e gongolano all’idea di poter, tra qualche giorno, rubare la scena a quei noiosi sondaggisti, i quali, dal canto loro, sono disperati e, superate queste elezioni, chiederanno a gran voce di tornare quanto prima alle urne per non perdere la visibilità acquisita. Entrambe le categorie sono concordi nell’affermare che, se si andasse a votare una volta al mese, almeno loro vivrebbero meglio. I cittadini, bombardati da centinaia di messaggi politici contenenti epiteti, anatemi e minacce, avvertono un leggero senso di straniamento e si interrogano sulla natura di queste elezioni europee: dobbiamo scegliere quale futuro vogliamo, o chi ci rappresenterebbe meglio in una vecchia bettola di Strasburgo? In ogni caso, nei paesi di più facile comprensione, qualcuno vincerà e qualcun’altro perderà. In realtà, noi italiani, maestri nell’arte di chiamare le cose col loro nome, sappiamo che la sconfitta può sempre tramutarsi nel “non conseguimento del risultato prefissato, nonostante si evidenzi la crescente adesione territoriale ad una forza che, negli anni a venire, saprà tagliare traguardi ad oggi arditamente agognati”. Per cui, comunque vada, da noi nessuno ne uscirà sconfitto.
Cerchiamo di intuire quali possibili scenari potrebbero aprirsi dopo le elezioni.

– Se vincesse il M5S, Germania e Francia continuerebbero a far la voce grossa in Europa, la Bce continuerebbe a spedirci simpatiche letterine contenenti misure salvifiche da adottare per la nostra economia, la troika ci concederebbe, a prezzi vantaggiosissimi, la possibilità di carezzare quel che rimane della nostra sovranità nazionale, l’America continuerebbe a dettare la politica estera dell’UE, ci faremmo ammorbare dall’amico Putin e dal suo maledetto potere energetico, i migranti continuerebbero a morire placidamente alle porte dell’Europa, i farabutti continuerebbero a spostare illecitamente i propri capitali da un paradiso all’altro, l’Europa rimarrebbe una grande macchina esportatrice di armi e democrazia nel mondo, ma l’Italia cambierebbe volto. Come primo effetto, avremmo la destituzione del Presidente Napolitano, rimpiazzato dalla solare Alessia Marcuzzi, la quale, già esperta di televoto, avrebbe tutte le carte in regola per presiedere un parlamento virtuale. Le leggi verrebbero ratificate al superamento di una percentuale astratta di “mi piace”. Cambierebbe la carta d’identità del politico: da “ladro a sua insaputa”, si passerebbe a “consapevolmente stolido”. Verrebbe cancellato l’ordine dei giornalisti, ciascuno potrebbe prendere carta e penna ed inventarsi un proprio giornale. Gli insulti, prevenuti e gratuiti, sarebbero la cartina di tornasole del nuovo progresso italiano. Le banche verrebbero bandite, così come tutto ciò che è contrario alla morale pubblica, la cui definizione è oggetto di un serio dibattito tra gli internauti aderenti al movimento “venedoveteannà”.

– Se vincesse il PD, Germania e Francia continuerebbero a far la voce grossa in Europa, la Bce continuerebbe a spedirci simpatiche letterine contenenti misure salvifiche da adottare per la nostra economia, la troika ci concederebbe, a prezzi vantaggiosissimi, la possibilità di carezzare quel che rimane della nostra sovranità nazionale, l’America continuerebbe a dettare la politica estera dell’UE, ci faremmo ammorbare dall’amico Putin e dal suo maledetto potere energetico, i migranti continuerebbero a morire placidamente alle porte dell’Europa, i farabutti continuerebbero a spostare illecitamente i propri capitali da un paradiso all’altro, l’Europa rimarrebbe una grande macchina esportatrice di armi e democrazia nel mondo, ma l’Italia cambierebbe volto. I poteri verrebbero accentrati in un’unica persona, capace al contempo di reggere diverse cariche e diverse facce. Dalla potenza rigenerante della rottamazione, passando per la speranza di una proposta, si arriverebbe alla certezza di un paese parzialmente ritoccabile. La situazione dei conti pubblici migliorerebbe visibilmente attraverso l’adozione di misure strategiche ed assolutamente innovative: tagli alla spesa sociale e privatizzazioni. I politici delinquenti incorrerebbero nel daspo, squalifica a vita e nessuna possibilità di ricandidarsi, fatta eccezione per alcuni casi singolari. Se l’impenitente corruttore, puttaniere, evasore e pregiudicato, fosse anche punto di riferimento per milioni di italiani, non solo meriterebbe l’appellativo di “padre della patria”, ma verrebbe anche invitato al tavolo delle riforme costituzionali affinché non si insinuasse, nella gente, la malsana idea che ai malfattori si debba negare la partecipazione.

– Se vincesse FI, Germania e Francia continuerebbero a far la voce grossa in Europa, la Bce continuerebbe a spedirci simpatiche letterine contenenti misure salvifiche da adottare per la nostra economia, la troika ci concederebbe, a prezzi vantaggiosissimi, la possibilità di carezzare quel che rimane della nostra sovranità nazionale, l’America continuerebbe a dettare la politica estera dell’UE, ci faremmo ammorbare dall’amico Putin e dal suo maledetto potere energetico, i migranti continuerebbero a morire placidamente alle porte dell’Europa, i farabutti continuerebbero a spostare illecitamente i propri capitali da un paradiso all’altro, l’Europa rimarrebbe una grande macchina esportatrice di armi e democrazia nel mondo, ma l’Italia cambierebbe volto. Nessuno verrebbe più tacciato di proselitismo marxista, tutti avremmo un nuovo sorriso, respireremmo finalmente il profumo inebriante di una libertà condizionata. Ogni italiano riceverebbe a casa un kit contenente materiale indispensabile per riacciuffare la felicità perduta: dentiere ricomponibili, botulino gratuito da usare all’abbisogno, falsa dichiarazione dei redditi da usare all’abbisogno, bambola gonfiabile riproducente un’infermiera con camice succinto, baggianate colossali da usare in caso di perdita della propria dignità, raccolta di gradevoli ingiurie da rivolgere al giudice che si ostina a fare diligentemente il proprio dovere, copia del contratto di adesione al nuovo partito liberale italiano “il popolo del faccio quello che mi pare”.

– Se vincesse il partito degli astenuti, Germania e Francia continuerebbero a far la voce grossa in Europa, la Bce continuerebbe a spedirci simpatiche letterine contenenti misure salvifiche da adottare per la nostra economia, la troika ci concederebbe, a prezzi vantaggiosissimi, la possibilità di carezzare quel che rimane della nostra sovranità nazionale, l’America continuerebbe a dettare la politica estera dell’UE, ci faremmo ammorbare dall’amico Putin e dal suo maledetto potere energetico, i migranti continuerebbero a morire placidamente alle porte dell’Europa, i farabutti continuerebbero a spostare illecitamente i propri capitali da un paradiso all’altro, l’Europa rimarrebbe una grande macchina esportatrice di armi e democrazia nel mondo, ma l’Italia non cambierebbe volto. La gran parte dei suoi cittadini dimostrerebbe, ancora una volta, che la libertà di poter credere nel cambiamento è un concetto ampiamente superabile. Tutto sommato, può andar bene così.

Pervengono notizie incoraggianti per chi ritiene sia arrivato il momento di occuparsi di alcune questioni dirimenti, passate in second’ordine. Del valore di una vita umana che scappa dalla guerra e dalla povertà, della competitività enfatizzata che dimezza il tempo delle passioni, della precarietà che annienta le prospettive, del consumismo sfrenato che costringe ad omologarsi, dell’agiatezza materiale intesa come fine ultimo dell’esistenza umana, della produzione di armi sempre più distruttive, delle energie rinnovabili e del nostro ruolo in relazione alla natura, delle mafie che circolano liberamente in base ad accordi sottaciuti, della povertà e degli ultimi che non rientrano nell’indagine di mercato, delle figure repellenti inspiegabilmente acclamate, del fenomeno dilagante del negazionismo, se ne riparlerà nel 2019 e, nel 2024, ci si accorgerà del troppo tempo sprecato inutilmente. Forse.

Ma passiamo pure a qualcosa di decisamente più interessante.

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