Sud e partigiani: gli archivi dimenticati.

LA TRANSIZIONE 1943-1945: LE CARTE DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA E L’ATTIVITA’ DEI COMITATI DI LIBERAZIONE NAZIONALE.

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Il libro nasce da un esame diretto delle fonti documentarie, la bibliografia è scarsissima ed è servita solo per condurre discorsi propedeutici e metodologici. Di contro l’esame delle carte dei comitati di liberazione nazionale contenute all’Archivio di Stato di Palermo ha permesso all’autore di raccontare una storia “minore”, poco conosciuta, ma di certo preziosa, per chiunque, storici di professione o semplici appassionati, voglia approfondire la conoscenza del fenomeno partigiano in Italia.
Quando si celebra la resistenza al nazifascismo si pensa immediatamente alle battaglie cruente che hanno visto protagoniste le regioni del nord Italia, ma fino ad ora si è ignorata l’esistenza di un movimento partigiano anche nella Sicilia e nel sud Italia, un movimento che era in costante e diretto contatto con i Comitati di Liberazione Nazionale presenti in tutta Italia e che era coordinato da un comitato partigiano centrale. Il C.L.N. siciliano era strutturato in un comitato regionale, nei comitati provinciali e infine in quelli comunali dislocati capillarmente sul territorio.
In Sicilia lo sbarco degli alleati non ha reso necessario un intervento militare partigiano, eppure le carte esaminate ci raccontano l’importanza dei C.L.N. siciliani che in un delicato momento di confusione istituzionale, divenivano il punto di riferimento delle popolazioni stremate dalla guerra. I C.L.N. in Sicilia fecero fronte a tutta una serie di problemi pratici, quali la gestione dell’ammasso del grano e il razionamento della corrente elettrica. Ai partigiani toccò anche la realizzazione dell’opera di defascistizzazione dello stato, attraverso attività informative e decisionali che portarono alla rimozione dalle loro cariche di burocrati e politici locali di indubbia fede fascista. A questa frenetica attività i partigiani siciliani affiancarono un intenso lavoro di riflessione teorica, un dibattito ideologico su problematiche legate alla fine del fascismo e ai principi che avrebbero dovuto guidare l’azione del nuovo stato democratico appena sorto. Lo testimoniano gli scritti di alcuni dirigenti del C.L.N. siciliano che riflettono sul nuovo assetto istituzionale della nazione, sul ruolo della chiesa nel nuovo stato democratico, e persino sulla famiglia e sull’istituto del divorzio. Su alcuni di questi temi colpisce l’acume profetico di certe visioni, che anticiperanno l’occorrere degli eventi.
La tipologia documentaria che meglio racconta l’azione partigiana in Sicilia è costituita dai verbali delle assemblee dei membri dei C.L.N. questi documenti diventano una sorta di palcoscenico in cui si alternano e si scontrano svariate prese di posizione di diversa matrice ideologica sugli argomenti all’ordine del giorno e per questo sono il primo segno tangibile di una rinata democrazia, dopo vent’anni di dittatura. Quelle voci, che riflettono diverse visioni del mondo e della storia, si confrontano, ma non oltrepassano mai l’acceso dibattito verbale e giungono sempre a una soluzione che media tra le diverse posizioni, e per questo sembra quasi preludere al geniale compromesso tra la visione liberale, quella cattolica e quella socialista-marxista che di lì a poco porterà alla nascita della Costituzione italiana.
Questo libro, la cui analisi è circoscritta al fenomeno partigiano siciliano, vuole essere anche un punto di partenza, uno stimolo per altri studiosi, a cercare in altri archivi di altre regioni del sud Italia, le carte dei locali movimenti partigiani, così da completare la comprensione del movimento storico partigiano Italiano.