RIFIUTI? Si, mi RIFIUTO!!

RIFIUTI? SI, MI RIFIUTO!

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1. INTRODUZIONE

Il tema che tratteremo in questa relazione sarà di natura descrittiva e conoscitiva per comprendere situazioni attuali, previsioni, tecnologie impiantistiche adottate, osservazioni tecniche, problematiche , etc. che abbiamo approfondito tramite ricerche su siti che trattano di questo problema che interessa l’intera umanità, per operare in un “ambiente” in continua evoluzione come questo.
Il motivo per cui abbiamo scelto questo tema è perché è un fenomeno che provochiamo noi quotidianamente e che potremmo limitare e addirittura evitare prestando solo più attenzione. E’ noto ormai che la nostra società di consumi è anche una società di sprechi e questo, inevitabilmente, si traduce in un peggioramento delle condizioni ambientali. Una delle cause che fanno sì che ciò avvenga è l’eccessiva produzione di rifiuti solidi urbani. Il trattamento dei rifiuti, fino a qualche decennio fa, non era considerato materia di importanza sociale su cui concentrare molte energie. Poi con l’acquisizione e la diffusione di una coscienza sociale ambientale il trattamento dei rifiuti è iniziato a diventare un problema, che oggi, a causa di un continuo aumento della loro produzione domestica ed industriale, è diventato un’emergenza. Solamente una ricerca incessante per ridurre la loro produzione alla fonte e aumentare il loro riutilizzo rimangono oggi gli strumenti utili per rispondere ad un fenomeno che coinvolge noi tutti e le generazioni future.

2. DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE

2.1 Cos’è un rifiuto?
Con il termine rifiuto solido si intende qualsiasi materiale od oggetto, normalmente allo stato solido, derivante da attività umane o naturali e destinato all’abbandono da parte di chi lo ha prodotto.
La definizione normativa in Italia è data dall’articolo 183 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152, anche detto TESTO UNICO AMBIENTALE, modificata dal decreto legislativo 3 Dicembre 2010, n. 205 :

“Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi.”

2.2 Come si dividono i rifiuti?
I rifiuti solidi vengono classificati, in base alla loro origine e al loro grado di pericolosità, in:
• Rifiuti urbani: provenienti da insediamenti civili;
• Rifiuti speciali: derivanti da attività produttive (industriali,agricole ed artigianali );
• Rifiuti tossici e nocivi: contenenti sostanze citate in appositi elenchi.

2.3 Cosa sono i rifiuti urbani?
Secondo il D.Lgs 152/06, art.184, c.2, i rifiuti urbani sono :
Rifiuti domestici anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione;
Rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli del primo punto, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità;
Rifiuti provenienti dalla pulitura delle strade;
Rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua;
Rifiuti vegetali provenienti ad aree verdi, quali giardini, parchi ed aree cimiteriali;
Rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale.

3. GESTIONE DEI RIFIUTI

3.1 Che fine fanno i rifiuti?

Per la gestione dei rifiuti bisogna tenere conto di alcune operazioni fondamentali:
• ACCUMULO E CONFERIMENTO
• RACCOLTA
• TRASPORTO
• TRATTAMENTO

La raccolta è l’operazione di prelievo, di cernita e/o di raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto.
Le principali modalità di raccolta sono:

a) RACCOLTA MEDIANTE CONTENITORI STRADALI (Contenitori a campana, cassonetti e cestini)

Questo sistema è molto semplice ed utilizzato. Purtroppo comporta numerosi svantaggi, quali contaminazione con altri materiali, localizzazione, visibilità, traffico, rumore e odore.

b) RACCOLTA MEDIANTE PIATTAFORME DI RACCOLTA ( ECOCENTRI COMUNALI)

Il trasporto è effettuato dall’utente. Il servizio presenta:
Vantaggi: materiali possono essere controllati al momento del conferimento. Il Comune risparmia sui servizi di raccolta. E’ facilmente integrabile con la raccolta differenziata per campana.
Svantaggi: problemi di localizzazione ecocentro, viabilità, occupazione suolo pubblico, necessità di pre-stoccaggio presso abitazione; non raccolta scarti da cucina.

c) RACCOLTA PRESSO L’UTENZA (PORTA A PORTA)

Effettuata presso le singole abitazioni a orari e giorni stabiliti. Applicazioni per diversi materiali e soprattutto per grandi produttori (scuole, uffici, supermarket…). Il servizio richiede efficienza, precisione ed organizzazione.
Una volta che il rifiuto è stato raccolto e stoccato, deve essere smaltito. Il processo di smaltimento deve essere di pubblico interesse. Ecco perché le operazioni vengono ripartite in base alle competenze.
Le principali tecniche di smaltimento sono:

d) INCENERIMENTO:

consiste nella distribuzione dei rifiuti mediante la loro combustione in appositi forni, detti inceneritori. La grande quantità di calore impiegata sterilizza il residuo e distrugge gli odori e può anche essere utilizzata a fini energetici. Questa tecnica comporta aspetti positivi, come la riduzione di peso dei rifiuti e la possibilità di recupero di calore, ma anche molti aspetti negativi, come l’impatto ambientale da inquinamento atmosferico, possibili danni alla salute per gli operatori, distruzione di prodotti utili e recuperabili e la produzione di altri rifiuti da rifiuti (ceneri e polveri).

e) DISCARICA CONTROLLATA:

è l’ultimo anello della catena, un luogo dove avviene l’accumulo di rifiuti sul terreno e loro interramento. I rifiuti subiscono assestamenti col tempo e quando la discarica non può più contenere altri rifiuti viene coperta con del materiale impermeabile e terreno, quindi riutilizzata. E’ un sistema semplice ed economico che può essere resa operativa in poco tempo e consente il recupero di terreni degradati, dall’altro lato può causare inquinamento delle acque, è limitata nel tempo e non è facilmente accettata dalla popolazione poiché è difficile trovare aree idonee a distanze economicamente e socialmente convenienti.

3.2 Perché i rifiuti sono un problema?

La crescita dei consumi, l’urbanizzazione e lo sviluppo economico degli ultimi decenni hanno determinato un incremento nella produzione dei rifiuti e ridotto le zone disabitate in cui depositare gli stessi.
Infatti, possiamo notare, da una recente analisi, a carattere nazionale, che ogni abitante, attualmente, produce circa un chilo e mezzo di rifiuti al giorno, pari a mezza tonnellata all’anno, a differenza dei 200 grammi giornalieri prodotti circa cinquanta anni fa.
Da qui, una sola conclusione: nella mentalità comune persiste l’idea che il rifiuto, una volta prodotto e gettato nell’apposito contenitore, termini il suo ciclo. Non si tiene conto, quindi, che disfarsi di queste sostanze implica un processo più lungo e complesso di smaltimento.
La produzione e la gestione dei rifiuti sono diventati uno dei problemi più urgenti per il futuro del pianeta. Oggi, infatti, la maggior parte finisce in discarica o viene incenerita; mentre restano residuali le tecniche più efficienti: il riuso, la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti, che insieme alla riduzione della produzione, sono i pilastri della gestione integrata (delle 4R), che nel medio-lungo potrebbe dare una soluzione al problema, consentendo di risparmiare materie prime e ridurre l’uso della discarica, e quindi anche lo sfruttamento e l’inquinamento del suolo.

3.3 Esiste una più corretta e avanzata gestione dei rifiuti?

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TRATTAMENTO: si intende qualunque operazione di trasformazione necessaria per RIUTILIZZARE, RIGENERARE, RECUPERARE, RICICLARE e rendere innocui i rifiuti.

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COMPOSTAGGIO: consiste nel recuperare dai rifiuti urbani la parte organica e sottoporla a fermentazione aerobica fino ad ottenere un terriccio asciutto chiamato compost. Questa tecnica non è molto sviluppata poiché la separazione della parte organica dai rifiuti urbani è un processo difficile e molto costoso.

RACCOLTA DIFFERENZIATA: è il modo migliore per preservare e mantenere le risorse naturali a vantaggio nostro, dell’ambiente in cui viviamo, ma soprattutto delle generazioni future: riusare, riutilizzare, valorizzare i rifiuti, permette di conservare un ambiente “naturalmente” più ricco. La raccolta differenziata è un sistema di raccolta che prevede una prima selezione in base al tipo di rifiuto da parte dei cittadini, reindirizzando ciascuna tipologia verso il rispettivo e più adatto trattamento di smaltimento o recupero.

A cosa serve concretamente? E dove vanno a finire i rifiuti dopo che gli abbiamo raccolti e scrupolosamente divisi?
La raccolta differenziata permette di evitare che alcuni materiali dispersi nell’ambiente permangano all’interno del nostro ecosistema per decine e a volte anche centinaia di anni, danneggiando la natura. Inoltre, ci sono dei materiali che se riciclati, con un corretto ciclo di riuso possono essere completamente reimpiegati.
Dunque, la raccolta differenziata consente notevoli risparmi di materie prime e di energia ma soprattutto riduce, quanto più possibile, la quantità di rifiuto non riciclabile da portare in discarica evitando problemi ecologici e di difesa ambientale, nonché inquinamento.

Ovviamente, differenziando la tipologia di rifiuto, sono necessari anche diversi tipi di contenitore e/o cassonetti:

VERDE: vetro e lattine
BLU, GIALLO o BIANCO: carta
GIALLO o BLU: plastica e metallo
NERO, GRIGIO o MARRONE: rifiuti organici
ROSSO: metalli

Questo schema è quello maggiormente diffuso nei vari paesi dell’Unione Europea, ma ovviamente ogni comune o azienda decide autonomamente.
La raccolta differenziata può avvenire anche porta a porta e quindi gli operatori passano a domicilio a ritirare i rifiuti. Per facilitare le operazioni, le famiglie vengono spesso fornite di sacchi, cestini e bidoni a seconda della tipologia del rifiuto.

3.5 Come coinvolgere e informare la popolazione?

Nel corso degli ultimi anni sono stati fatti numerosi progressi che, fino a qualche decennio fa, apparivano impensabili. La scienza, la tecnologia e, in generale, la cultura si stanno evolvendo continuamente, ma sulla faccia opposta della medaglia, si assiste purtroppo al conseguente degrado ambientale. La causa di tutto ciò è il Dio denaro, che sembra aver surclassato ogni tipo di ideale, stravolgendo la nostra vita e cambiandola ideologicamente.
L’uomo vive in funzione dei suoi interessi, non preoccupandosi dei risvolti negativi che si hanno sull’ambiente e di conseguenza sulla qualità della vita. Numerosi sono gli esempi di sfruttamento intensivo nei confronti della natura non solo a livello globale, ma anche e soprattutto sulla nostra quotidianità.
Le città sono irrorate da fiumi di rifiuti, che non vengono gettati negli appositi contenitori. Tutto ciò mette in risalto la peculiarità egoistica dell’umanità che si preoccupa del momento senza tener conto delle generazioni future.
L’ambiente,poi, è un concetto talmente basilare che la sua rovina significherebbe la progressiva distruzione delle fondamenta dell’evoluzione dell’uomo.
Come eliminare questo fenomeno pericoloso? Semplice! Un’adeguata comunicazione ambientale con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni, i consumatori e tutti gli altri interessati circa le strategie e le politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti.

Le strategie da adottare potrebbero essere sintetizzate nel seguente modo:

STRATEGIE MORALI: in questo ambito di strategie bisognerebbe fare leva sugli aspetti etici e morali circa il recupero, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti. A tal fine, si dovrebbe informare la popolazione in maniera corretta e completa sulle dimensioni, danni e conseguenze del fenomeno dei rifiuti, attraverso:
– Campagne informative di sensibilizzazione per incoraggiare il riutilizzo e la riduzione dei rifiuti;
– Sviluppo di una “coscienza ecologica” nelle scuole, perché fin da piccoli i ragazzi imparino a trattare la natura non come un nemico da dominare ma come un potente alleato per una vita migliore;
– Predisposizione di centri di informazione (portali online, linee telefoniche e/o viste on site.

STRATEGIE ECONOMICHE: riguardano tutte quelle misure di eco fiscalità in grado sia di incentivare comportamenti individuali e/o collettivi “virtuosi” sia per punire l’uso scorretto e intensivo di discariche, inceneritori e in generale di azioni sbagliate contro l’ambiente, attraverso:
– Tasse e oneri sui rifiuti e sulle tecniche di smaltimento come le discariche e gli inceneritori per promuovere l’utilizzo di tecnologie alternative;
– Incentivi fiscali per i centri di riutilizzo e recupero e per la presenza sul mercato di prodotti eco-efficienti;
– Riduzione delle imposte sulla vendita di beni riutilizzati;
– Utilizzo di premi, sconti e buoni da utilizzare per la propria spesa in cambio di rifiuti, in modo da incentivare i cittadini alle buone pratiche e da evitare la scorretta tendenza all’accumulo e allo smaltimento dei rifiuti.
– Congruo “sconto” fiscale sulle imposte sulla raccolta dei rifiuti proporzionato alla quantità dei rifiuti riciclati.

STRATEGIE LEGISLATIVE: comprendono tutte quelle leggi e normative atte a responsabilizzare ed educare l’umanità, attraverso:
– Regole e normative per rinforzare i limiti legislativi previsti per la produzione dei firiuti;
– Obblighi e criteri ambientali per migliorare i sistemi vigenti di gestione dei rifiuti ed investire nella prevenzione quantitativa e qualitativa ;
– Sanzioni adeguate ed efficaci per chi non rispetta la corretta suddivisione dei rifiuti da riciclare, la corretta esecuzione della raccolta “porta a porta”;
– Disposizioni severe per il decoro urbano, la presenza di cestini per i rifiuti per le strade, la raccolta differenziata anche nelle scuole, luoghi pubblici ed aperti al pubblico (ristoranti, centri commerciali, aeroporti )
– norme più severe e divieti per l’aspetto delle tecnologie di smaltimento senza recupero, quali le discariche e gli inceneritori.

Ultimamente tuttavia, da quando gli esperti hanno lanciato l’allarme sullo stato di salute del cosmo, parlando con toni preoccupanti delle future conseguenze dei popoli, se non si correrà presto ai ripari, sono sorte numerose associazioni ambientalistiche che, insieme agli stessi esperti, stanno spingendo i governi a promuovere gli opportuni interventi.

STRATEGIE “OUTSIDER”

Ma chi lo ha detto che le politiche di riduzione dei rifiuti richiedono grossi investimenti e rigide regole? A volte serve anche un po’ di creatività e la voglia di adottare nuove e più salutari regole di vita. Numerosi sono gli esempi su scala mondiale, tra cui:

Cantone di Podensac, vicino Bordeaux.
Philippe Meynard, sindaco di Barsac e capo della Comunità dal 2008 ha deciso di utilizzare le galline come “inceneritori” naturali di rifiuti organici. Alle famiglie che ne hanno fatto richiesta, l’amministrazione comunale ha assegnato due galline che mangiano gi scarti organici e garantiscono così un riciclo “eco”. In cambio le famiglie che le hanno adottate possono usufruire di uova fresche tutti i giorni e risparmiare circa 60 euro sul costo della raccolta rifiuti a cui va aggiunto il risparmio nell’acquisto di uova.

NUOVO FOCOLAIO DI AVIARIA, 500MILA GALLINE DA ABBATTEREPechino, Cina.
L’introduzione di macchinette per la raccolta delle bottiglie di plastica riduce drasticamente le spese di viaggio per i pendolari. E’ sufficiente introdurre una bottiglia di plastica nell’apposito scomparto. La bottiglia viene schiacciata in modo che possa essere riciclata più facilmente. I viaggiatori ricevono subito uno sconto sul biglietto o sull’abbonamento della metropolitana.

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Italia.
In 40 Comuni (di cui 20 in Campania), 50 scuole e 160 supermercati della Penisola hanno adottato gli eco-compattatori, cioè raccoglitori di plastica e alluminio che rilasciano ai cittadini buoni sconto da spendere negli esercizi locali. In cambio di 50 bottiglie viene emesso uno sconto di due euro su una spesa da 20. Oppure una riduzione del dieci per cento sul menù al ristorante, il cibo al supermercato (o punti fedeltà), un servizio dall’estetista o una bibita gratis al pub.
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La soluzione di questo grande problema avrebbe degli enormi vantaggi dal punto di vista ambientale, con un’aria più pulita e acque più pure, e quindi anche meno malattie e infezioni a esse, e queste conseguenze positive si vedrebbero non solo nell’immediato, ma soprattutto nelle generazioni successive.
Naturalmente le difficoltà ci sono, i cittadini dovranno abituarsi e impegnarsi pian piano per cambiare la loro cultura, la loro mentalità e purtroppo anche i loro comodi modi di fare. Ma la campagna di sensibilizzazione e comunicazione sembra aver funzionato, a riprova che con politiche serie, determinazione e volontà i rifiuti da far finire in discarica possono diventare realmente una percentuale residua.

Nella società odierna i rifiuti e il problema del loro corretto smaltimento rappresentano un pericolo per il futuro dell’ecosistema, per la salute dell’uomo e della Terra in generale. Infatti la società occidentale produce un numero molto elevato di merci e oggetti vari e il nostro sistema di vita, puntato a consumare, crea una grande quantità di rifiuti da smaltire e attua un enorme spreco delle risorse. Fino ad oggi, ancor di più nel nostro Paese, non si è riusciti ad organizzare in modo intelligente la loro distruzione, ricorrendo spesso a soluzioni provvisorie che rimandano solo il ripresentarsi del problema. Bisognerebbe capire che il problema dei rifiuti ci riguarda tutti da vicino, e che condiziona oggi e potrebbe condizionare ancor di più nel futuro la qualità e la vivibilità delle nostre città e di tutto il mondo.
Anche se viviamo in un’epoca ritenuta all’apice della civiltà e del benessere, purtroppo non si è creata una coscienza comune, per la quale il mondo è un bene dell’umanità e va rispettato non solo perché ne facciamo parte, ma perché è innanzitutto esso stesso vivo. Ciò che accade anche a uno solo degli elementi di questo ecosistema ha ripercussioni che interessano tutti gli altri elementi. Perché é la natura che ci fornisce tutti gli elementi indispensabili per sostenere la vita, come aria, acqua e cibo (e tutto gratis!). Ma l’uomo sembra non dare il giusto valore a tutto ciò, forse perché lo si dà per scontato.
Una volta distrutto l’ecosistema, non c’é più modo di riparare al danno fatto. La velocità con cui si stanno infliggendo danni irreparabili al suolo rischia non solo di distruggere gli ambienti naturali per il sostegno della vita vegetale ed animale, ma anche di sabotare gli stessi interessi di lungo periodo. La vita sulla Terra è costretta ad affrontare numerose minacce, molte delle quali causate dall’uomo.

Si è dimenticata l’importanza dell’equilibrio naturale delle cose, tanto che si è arrivati ad accettare il prezzo della distruzione ambientale e di conseguenza l’allontanamento diretto dalla natura e dai suoi ritmi, in cambio di un progresso spesso inutile, fine a se stesso. Era necessario arrivare a tutto ciò? Era necessario instaurare una politica dettata dalla brama di conquistare, incurante delle conseguenze? Come al solito, tutto viene pianificato con superficialità.

Ci si augura che in futuro si rafforzi l’informazione per diffondere nell’opinione pubblica, una conoscenza ecologica ed avviare il singolo ad una cultura naturalistica nel rispetto del prossimo e della natura, e soprattutto del suo equilibrio. In un realtà come quella di oggi, continuamente minacciata dagli aggressivi e deleteri stili di vita, abbiamo ancora la possibilità di riparare gli errori fatti fino ad ora, di salvare la nostra terra, di respirare aria pulita, di essere liberi di vivere.
E’ di fondamentale importanza prendersi cura della terra e delle sue risorse: significa prendersi cura del proprio futuro.

Liberamente tratto da:

Facoltà di Ingegneria

Corso di Laurea in
Ingegneria AMBIENTALE E DEL TERRITORIO

RIFIUTI? SI, MI RIFIUTO!
Aspetti organizzativi della raccolta dei rifiuti urbani.
Strategie per migliorare la raccolta e lo smaltimento.