Giù al Sud, perché i terroni salveranno l’Italia.

Giù al Sud

Dedicato a chi resta,
perché sceglie di restare.
Dedicato a chi torna,
perché sceglie di tornare.

Dedicato a chi guarda casa sua
con la meraviglia del forestiero.
Dedicato a chi, da lontano
non la perde di vista.
p.a.

“” Sapere del Sud parrebbe avere un carattere che anticipa la coscienza; prima lo si sente, poi poi si cerca di capirlo, mai del tutto. Il che rende il Sud inspiegabile, ma non incomprensibile, se è vero, come dice lo scrittore marocchino Tahar Ben Julloun, che “l’attegiamento meridionale corrisponde di più all’anima umana”.

Il Sud pare immutabile nell’insieme, ma continuamente cambia, nel dettaglio. I posti che conosci non sono mai come li ricordavi, quando ci torni; ma il viaggio per giungervi attraversa sempre il sud che conoscevi. Viene da dire che se tutto è passato da qui e si è fermato, quando sembra che il Sud si stia rinnovando, forse soltanto ricorda, recupera pezzi di memoria adattandoli al tempo; come se avesse tutto il vivibile nel suo guardaroba della storia e, di volta in volta, indossasse quello che serve, secondo le circostanze. Per resistere. “”