I luoghi del Sud: Cagliari (panoramica).

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Ci siete mai stati a Cagliari?

Per circa sette anni ho vissuto a Cagliari. Ci sono arrivato un giorno di agosto; la città sonnecchiava deserta sotto il sole rovente, e subito me ne innamorai.
Mi dissero, appena arrivato, che a Cagliari ci sono tre cose importanti: Il sole, il mare, e…. Nessuno ricordava la terza cosa: non è assolutamente così, ma se anche lo fosse, non sarebbe abbastanza?

Se doveste visitare Cagliari, fatelo a piedi, fatevi paracadutare nella parte vecchia – su Casteddu – e scendete a spirale facendovi guidare dall’odore del mare. Si perché Cagliari è mare, è per me la città (intesa come capoluogo di regione o di provincia) con il più bel mare d’Italia. Se la guardate dall’alto sembra un gabbiano che vola via con le due ali che si chiudono a V coincidenti con i due fronte mare che racchiudono la città. Da una parte l’abitato vero e proprio e i quartieri della città vecchia e dall’altra il quartiere con le ville a mare e la spiaggia che si estende per circa 7 km, il poetto o spiaggia dei mille. Quest’ultima insiste sul Golfo degli Angeli (in contrapposizione alla sella del Diavolo, il promontorio che divide le due parti della città – la punta della V per intenderci).

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Chiamano Cagliari la città bianca, per via della luce accecante che emana la pavimentazione del Bastione e in generale degli edifici della vecchia rocca, delle torri e delle mura di cinta. Qualcuno la paragona a Gerusalemme per come emerge vertiginosa e arida. Ma è anche città nera, oscura. che vede affermarsi nuovi talenti del noir, ricca di intrighi: quando le vicende della città diventano troppo oscure, il riferimento alla massoneria diventa d’obbligo, mani segrete che ne governano le dinamiche. E d’altronde Cagliari è la città governata dalle 3 M: massoni, medici e muratori (intesi come palazzinari).

Inoltre, come l’eterna Roma, è città dai 7 colli : il Castello, S. Michele, Monte Urpinu, Monte Claro, il Colle di Bonaria, Tuvixeddu (che ospita la più importante necropoli punica del Mediterraneo) e la Sella del Diavolo. Ognuno di questi colli offre panorami della città, parchi, verde e relax.

Il POETTO, IL GOLFO DEGLI ANGELI, STAGNI DI MOLENTARGIUS.

Il poetto è la spiaggia delle domeniche d’inverno o la spiaggia per un tuffo e via, la spiaggia infrasettimanale d’estate, la spiaggia di un panino dai caddozzoni – un’istituzione locale, un caffè ai chioschi, una corsa ricca di iodio, un giro veloce con il kyte surf o in barca a vela, una sfida a beach tennis o una semplice passeggiata sulla battigia. È lì a portata di mano, fruibile a qualche centinaia di metri dalla città in tutta la sua bellezza. Con la sua acqua ancora cristallina, sembra resistere selvaggia ai tempi moderni, con i suoi stabilimenti un po’ vintage, con la discoteca sul mare. Raccontano che la spiaggia anni addietro era ancora più bianca, tanto da competere con Pula e Villasimius e rendeva il mare ancora più celeste. Poi il ripascimento: sono andati a pescare la sabbia scura dei fondali a largo per recuperare metri di spiaggia erosa dal vento – dei geni. E tutto per rimediare ad un altro errore umano: per fare spazio alle strade hanno piallato le dune di sabbia, le dune di sabbia la proteggevano dal vento, senza dune la sabbia vola via.
Ma il poetto resiste.

Dirimpetto al poetto, lo stagno di Molentargius, dai colori verdastri a quelli bluastri, agli incantevoli rosa (per quanto ne so io la colorazione particolare è dovuta ai micro – crostacei rosa presenti, nutrimento dei fenicotteri che hanno colonizzato la zona – si avete capito bene fenicotteri e non è uno zoo). Si può attraversarli in bici, a piedi o correndo tra cavalieri d’Italia, fenicotteri, la vecchia salina abbandonata (quando il maestrale è abbastanza intenso nuvole di sale e schiuma volano in aria), l’odore salmastro e l’aria salata. Capita di passeggiare per la città d’estate e vedere stormi di fenicotteri rosa che in formazione attraversano il cielo. Ti fermi e ti chiedi, ma dove sono?

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Cagliari è così: selvaggia, libera, come un fenicottero. La parte della città che preferisco è quello più trascurata, lasciata così perché servitù militari – nn si sa bene ancora cosa ne faranno. È la punta della V. La sella del diavolo, il faro di S. Elia, la spiaggia di Calamosca, la spiaggetta di Le Peyote. Sei in città, in mezzo ai palazzi ed in un attimo, il tempo di un viale di pini e ti ritrovi tra promontori, passeggiate selvagge e spiagge a strapiombo, panorami di mare azzurro: come ritrovarsi nello spazio di poche centinaia di metri nel cuore della Sardegna, in Ogliastra. Scavalchi il filo spinato e ti ritrovi ad arrampicarti per viottoli, rocce, strapiombi sul mare e gabbiani che volano sotto di te. Continui e arrivi sulla Sella del Diavolo, perché lì si dice si sedette Lucifero nella lotta con gli angeli, con il suo profilo inconfondibile e parte essenziale dello skyline della città.

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SU CASTEDDU

Dicevamo della parte vecchia: perdetevi nei vicoli, indugiate nei musei della cittadella, ammirate l’antica cattedrale che spunta così all’improvviso, bianca ed essenziale, quasi romanica. Passeggiate tra le massicce mura, tra le torri che le fanno da guardia (quella dell’elefante, quella di St. Remy e quella di … ), godetevi gli scorci incantevoli dalla terrazza del Libarium. Per poi finire , qualsiasi stradina percorriate, inesorabilmente alla terrazza del Bastione, una grande piazza sopraelevata, sede di pomeriggi pigri e di riflessione, di mercatini, mostre, e di movida serale.

Scendete dal bastione in via Manno, che insieme a via Garibaldi costituiscono le vie del shopping – in fase di restyling e pavimentazione. Addentratevi nei quartieri Marina e Stampace, tra trattorie, piazzette, scalinate, locali, ristorantini etnici e negozietti. Una menzione particolare per piazzetta Savoia, incantevole, che non so bene perchè a me ricorda Barcellona, con le palme, i tavolini per strada, il ristorante Ampurias (ritrovo di artisti), la gelateria Stefino, a mio avviso la più buona della città (il mio gusto preferito è mediterraneo: pinoli mandorle e pistacchi), i negozi antichi, librerie e chiesette dimenticate.

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WALKING FRONTE MARE.

Piano piano la città si sta unendo e dalla città vecchia si potrebbe giungere fino al Poetto percorrendo tutto il fronte mare a piedi o in bici: dal Porto, alla piazzetta Darsena (giusto il tempo di ammirare barche a vela che sembrano vascelli), attraversando il nuovo molo crocieristico Ichnusa (peccato si siano accorti solo a lavori finiti che il fondale non era abbastanza alto da consentire l’approdo delle navi più grandi), l’ Ammiragliato fino a Su Siccu (nuova location dei chioschi di degustazione marittime dove potrete gustare l’eccezionale pasta ai ricci di mare). Il tempo di una breve deviazione per visitare la Chiesa di S: Maria di Bonaria, protettrice dei marinai (il vecchio santuario trecentesco è incantevole) e vi ritroverete al faro S. Elia, Sella del Diavolo e ualà… il Poetto e gli stagni.

Altro che percorso benessere…

TO BE CONTINUED …